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Il testo, raccolto in tre canti, racconta di un viaggio, chiaramente metaforico; è quello che i greci chiamavano la nekya, il viaggio tormentato attraverso gli inferi per redimere l'anima; è un viaggio alla ricerca dell'autentica natura dei luoghi della Valle Subequana, in modo particolare del borgo di Tione degli Abruzzi. Il testo è pervaso da una forte tendenza al sincretismo di elementi e atmosfere religiose e mitologiche, che gli conferiscono un tono mistico.